In Lombardia solo il 4,7% degli apprendistati viene attivato con le agevolazioni previste dalla legge. Ancora più bassi i numeri per gli incentivi dedicati a giovani e donne: rispettivamente il 2,2% con l’“Esonero giovani” e appena lo 0,8% con l’“Incentivo donne”.
È quanto emerge dai dati elaborati sul primo semestre del 2025, che fotografano una regione industrialmente avanzata ma ancora poco propensa a sfruttare le opportunità offerte dal sistema degli incentivi.
Il trend, spiegano gli esperti, riflette un fenomeno nazionale: secondo l’INPS, tra il primo semestre del 2024 e lo stesso periodo del 2025 le assunzioni agevolate sono diminuite del 68%, un crollo dovuto anche alla fine della “Decontribuzione Sud”. A livello complessivo, solo otto assunzioni su cento avvengono oggi con incentivi attivi.
Agevolazioni poco conosciute e burocrazia pesante
«La colpa dello scarso utilizzo, oltre che di fattori normativi complessi, è anche della scarsa conoscenza dei vantaggi», commenta Ivan Moretti, Co-CEO di Zeta Service, società italiana leader nella consulenza e nei servizi HR e payroll. «In questo modo si frena la competitività del sistema e delle imprese. È fondamentale supportare gli HR Director affinché conoscano meglio le misure e possano far risparmiare alle loro aziende risorse importanti».
Secondo Moretti, l’Italia soffre di una cronica difficoltà a rendere accessibili gli strumenti di sostegno al lavoro. «La situazione non è un’esclusiva del nostro Paese – spiega – ma qui il problema è più marcato. Gli incentivi ci sono, ma non sempre le aziende li conoscono o riescono a usufruirne. È un peccato, perché parliamo di strumenti in grado di agevolare assunzioni e investimenti, soprattutto in un periodo di incertezza economica».
Settori e territori meno virtuosi
Dai dati emerge che i comparti meno pronti a sfruttare le agevolazioni sono agricoltura, costruzioni e attività culturali e artistiche, dove le attivazioni incentivate restano marginali. Meglio invece le attività finanziarie, assicurative e immobiliari, che superano il 9% di contratti agevolati.
Sul fronte territoriale, le regioni con i risultati più bassi sono Sardegna, Molise e Basilicata per l’apprendistato, Valle d’Aosta, Liguria e Puglia per l’“Esonero giovani” e Trentino Alto Adige per l’“Incentivo donne”. Anche le regioni più industrializzate non si distinguono: in Emilia-Romagna la percentuale di contratti agevolati resta sotto l’8%, mentre in Veneto e Lazio oscilla tra il 5% e il 7%.
L’importanza del ruolo delle risorse umane
Zeta Service sottolinea l’importanza strategica del ruolo delle direzioni HR nella valorizzazione di queste misure. «Sapersi muovere tra gli incentivi – conclude Moretti – rappresenta uno strumento di governo, ma anche di credibilità interna verso i vertici aziendali. Permette di avere una visione integrata dei costi del personale e di proporre al CFO scenari economici concreti basati su dati oggettivi, garantendo risparmi immediati e maggiore sostenibilità nel lungo periodo».
Le assunzioni agevolate, dunque, restano una leva potenziale ancora poco utilizzata. La sfida per la Lombardia e per l’Italia sarà trasformare questi strumenti da opportunità sulla carta a veri motori di crescita, innovazione e inclusione nel mercato del lavoro.
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