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Mangiare sano: a Palazzo Lombardia presentato studio su abitudini alimentari degli italiani

L’Osservatorio Metropolitano di Milano ha illustrato i risultati del sondaggio realizzato con Renato Mannheimer

Gli italiani credono di mangiare sano e di prestare attenzione alla propria salute? E i lombardi, come si collocano rispetto alla media nazionale? Questa è la domanda al centro del sondaggio “Le abitudini alimentari degli italiani e l’educazione alimentare”, realizzato dall’Osservatorio Metropolitano di Milano con Renato Mannheimer, presentato ieri a Palazzo Lombardia alla presenza dell’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini.

Carla De Albertis, responsabile Sociale e Cultura dell’Osservatorio, ha spiegato che la ricerca misura gli atteggiamenti, non i comportamenti effettivi, offrendo così una fotografia della percezione che le persone hanno della propria alimentazione. Questi dati, confrontati con quelli clinici, permettono di individuare le discrepanze tra percezione e realtà e di evidenziare gli aspetti critici su cui intervenire con programmi di educazione alimentare. «La prevenzione e gli stili di vita corretti hanno un impatto positivo anche sulla spesa socio-sanitaria», ha aggiunto De Albertis.

Il sondaggio, condotto su un campione rappresentativo di 3.000 soggetti, di cui 509 residenti in Lombardia, mostra che l’87% degli italiani si dichiara attento alla salute, percentuale che sale al 90% tra i lombardi. Più della metà degli italiani ritiene di mangiare in modo equilibrato, dato che cresce al 57% tra i lombardi. Tuttavia, i dati clinici confermano che la percezione spesso non corrisponde alla realtà.

I risultati rivelano anche una crescente attenzione verso il Made in Italy e prodotti di qualità: gli intervistati indicano un interesse diffuso per alimenti senza conservanti, a chilometro zero o biologici. Molti consumatori preferiscono cibi freschi e tracciabili, leggono le etichette e sono disposti a spendere di più per prodotti salutari. Si osserva inoltre una tendenza a consumare meno proteine animali, a cucinare ricette italiane e a preparare i pasti in casa.

L’assessore Lucchini ha sottolineato l’impegno della Regione Lombardia nella promozione del benessere alimentare. «Accogliamo questa ricerca come occasione per favorire percorsi virtuosi di educazione alimentare. Dal 2017 sosteniamo iniziative per la tutela del diritto al cibo, il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari a favore di chi non può accedere a un’alimentazione sicura e nutriente».

Il direttore dell’Unità di Endoscopia Digestiva dell’ASST di Pavia, Costanza Alvisi, ha evidenziato che un’alimentazione scorretta è tra le principali cause di diabete, obesità, malattie cardiovascolari e tumori, in particolare del colon-retto. Nel 2023 sono state registrate 395.000 nuove diagnosi di tumore in Italia, di cui circa 50.500 al colon. Alvisi ha sottolineato l’importanza del microbiota intestinale e della prevenzione primaria attraverso stili di vita sani.

Evelina Flachi, biologa e presidente della Fondazione FEI, ha rilevato che in Lombardia quattro adulti su dieci risultano sovrappeso o obesi e che l’obesità infantile è in aumento, nonostante la regione sia tra le più virtuose d’Italia. Ha inoltre evidenziato l’importanza di una corretta interpretazione della dieta mediterranea, che deve basarsi su varietà, equilibrio, moderazione e convivialità.

Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, ha ricordato che le farmacie rappresentano un presidio sanitario fondamentale. Ogni giorno accolgono oltre 800.000 cittadini e offrono servizi che vanno oltre la dispensazione dei farmaci, promuovendo la prevenzione e stili di vita salutari.

Infine, Rosaria Iardino, presidente di Fondazione The Bridge, ha sottolineato il legame tra educazione alimentare e dimensione sociale, ricordando che le problematiche legate a una cattiva alimentazione colpiscono in misura maggiore le fasce più fragili della popolazione.

L’evento ha evidenziato quanto sia centrale l’educazione alimentare e quanto sia necessario un impegno condiviso tra istituzioni, professionisti e cittadini per promuovere una cultura della prevenzione e del benessere alimentare.


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