«Come sempre le sentenze dei tribunali vanno rispettate, ma la decisione del Consiglio di Stato di oggi è davvero difficilmente comprensibile, visto che tutti gli atti di Regione Lombardia sul prelievo in deroga hanno seguito rigorosamente quanto previsto dalla legge e osservato il parere di ISPRA sulle “piccole quantità”, così come ribadito dal TAR Lombardia che ci aveva dato ragione in occasione del primo ricorso».
Così l’assessore regionale ad Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, commenta l’ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso in appello di alcune associazioni ambientaliste e ha sospeso i provvedimenti della Regione Lombardia che autorizzavano la caccia in deroga alle specie Fringuello e Storno.
«Continuiamo a lavorare non in modo ideologico ma con il supporto e il rigore dei dati scientifici – conclude Beduschi – per assicurare che la caccia possa svolgersi nel pieno rispetto delle normative. Spiace notare come sia oggettivamente sempre più difficile farlo in un contesto di incertezza del diritto, a seconda di chi esamina le istanze, con sentenze che spesso contraddicono di anno in anno quelle precedenti».
Il contesto normativo e la deroga in Lombardia
La Regione Lombardia aveva approvato con la Delibera n. 4714 del 14 luglio 2025 l’autorizzazione al prelievo in deroga delle specie fringuello e storno, come previsto dalla Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”.
Nel corso dell’anno, ISPRA aveva definito le “piccole quantità” prelevabili a livello nazionale. In base a tali indicazioni, la Lombardia aveva fissato per la stagione venatoria quote regionali limitate, destinate solo ai cacciatori da appostamento fisso e con obbligo di registrazione telematica dei prelievi.
Tuttavia, il Consiglio di Stato ha emesso un’ordinanza che sospende la delibera regionale, ritenendo non sufficientemente motivata l’adozione della deroga e la mancanza di alternative valide alla caccia.
Le ragioni del dissenso secondo la Regione
L’assessore Beduschi ribadisce che tutti gli atti regionali avevano seguito la legge e i pareri tecnici, sottolineando che il TAR Lombardia aveva già dato ragione alla Regione nei ricorsi precedenti.
La decisione del Consiglio di Stato, a suo avviso, appare contraddittoria, poiché interviene nonostante il pieno rispetto delle procedure. Beduschi evidenzia inoltre che l’applicazione della deroga era regolata in modo rigoroso, con controlli digitali e tracciabilità delle catture, per garantire il rispetto delle norme comunitarie.
La reazione del mondo venatorio e le implicazioni
Le associazioni venatorie avevano accolto positivamente le aperture di ISPRA sulle “piccole quantità”, considerandole un passo importante verso il recupero di una pratica tradizionale svolta in modo sostenibile.
La sospensione genera invece incertezza tra i cacciatori e gli operatori del settore, che ora si trovano in un quadro normativo instabile. L’assessore sottolinea come questa situazione renda difficile programmare le attività venatorie e gestire in modo coerente le politiche ambientali e faunistiche regionali.
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