In vista della Legge di Bilancio 2026, AssoBirra rilancia la proposta di ridurre le accise sulla birra da 2,99 a 2,97 euro per ettolitro e grado Plato.
L’obiettivo è sostenere un settore che rappresenta uno dei pilastri dell’agroalimentare italiano, con un valore complessivo di 10,4 miliardi di euro e circa 112.000 occupati. Ogni addetto alla produzione, secondo l’associazione, genera 31 posti di lavoro lungo l’intera filiera.
I numeri della birra in Italia
Negli ultimi dieci anni, la birra italiana ha prodotto 92 miliardi di euro di ricchezza e creato 24.000 nuovi posti di lavoro, contribuendo alla fiscalità nazionale con circa 4 miliardi di euro all’anno.
Tuttavia, negli ultimi due anni il settore ha registrato segnali di rallentamento, con cali di produzione, consumi ed export, aggravati dall’aumento delle accise e dalla progressiva erosione del potere d’acquisto dei consumatori.
Accise e competitività
L’accisa incide significativamente sul prezzo finale: fino al 40% sui formati più diffusi, come la bottiglia da 66 cl, e circa 80 centesimi su una birra alla spina.
AssoBirra sottolinea che una riduzione strutturale delle accise rappresenterebbe non solo un alleggerimento fiscale, ma un incentivo a investimenti, innovazione e sostenibilità lungo tutta la filiera, rafforzando il legame con l’agricoltura nazionale.
Benefici dimostrati dalle precedenti riduzioni
Secondo l’associazione, le riduzioni introdotte tra il 2017 e il 2022 hanno generato risultati concreti: +10% nei consumi nazionali, +11% nella produzione e +5% nella coltivazione di orzo distico, con avvio di progetti per il luppolo italiano.
La Legge di Bilancio 2025 ha inoltre previsto una riduzione pluriennale dell’aliquota per i piccoli birrifici, limitata però al 3% della produzione nazionale.
Una proposta concreta e sostenibile
La nuova richiesta di AssoBirra prevede un piccolo aggiustamento dell’accisa, da 2,99 a 2,97 euro per ettolitro grado Plato, con un costo stimato di 4,7 milioni di euro nel 2026. Una misura contenuta, ma strategica, per mantenere la competitività della birra italiana, stimolare investimenti e sostenere l’occupazione qualificata lungo tutta la filiera.
«Ridurre le accise non è solo una scelta fiscale: è una leva che incide direttamente sul mercato e sul potere d’acquisto – afferma Paolo Merlin, Vice Presidente AssoBirra –. Una fiscalità più equilibrata è essenziale per sostenere la ripresa, contenere i prezzi e garantire stabilità all’intera filiera».
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