InnovUp e Assolombarda hanno presentato i risultati della seconda edizione del rapporto dedicato all’impatto occupazionale delle startup innovative in Italia, analizzando sia le imprese attualmente iscritte al Registro sia quelle che vi hanno transitato dal 2012 a oggi.
Dal quadro emerge con forza il ruolo guida della Lombardia, che concentra il 27% delle startup nazionali: oltre 6.500 imprese che impiegano complessivamente 25,1 mila dipendenti, pari al 37% dell’occupazione italiana del settore.
In termini economici, la regione genera 6 miliardi di euro di fatturato, il 41% del totale nazionale, confermando un ecosistema capace di attrarre competenze e investimenti.
Il quadrilatero di Assolombarda traina innovazione e produttività
Il cuore dell’innovazione lombarda resta il Quadrilatero di Assolombarda – Milano, Lodi, Monza-Brianza e Pavia – dove hanno sede 4.994 startup ed ex-startup, il 92% delle quali localizzate nella Città Metropolitana di Milano.
Qui si concentra il 21% delle imprese innovative italiane e il 31% dell’occupazione generata dal settore, pari a oltre 21.400 posti di lavoro qualificati.
Il fatturato complessivo delle startup dell’area ammonta a 5,2 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 1,3 miliardi. Significativa la produttività media per dipendente, pari a 61,3 mila euro, ben superiore ai 51,6 mila euro della media nazionale.
L’Italia tra crescita, stabilità occupazionale e boom delle “Gazzelle”
Il report analizza anche il quadro nazionale: al 2024 risultano attive 24.261 startup ed ex-startup, che complessivamente hanno creato 68.526 posti di lavoro, in aumento del 4% rispetto al 2023.
Dal 2012 a oggi la filiera dell’innovazione ha generato quasi 244 mila nuovi posti di lavoro, mobilitando risorse complessive per 47 miliardi di euro.
Il settore si conferma un pilastro dell’occupazione qualificata: oltre il 50% dei lavoratori è impiegato in servizi e manifattura high-tech, pari al 4% della forza lavoro nazionale di questi comparti.
Crescono anche le cosiddette “Gazzelle”, le imprese a più alto tasso di sviluppo: sono 75 e nel 2024 hanno creato 4,8 mila nuovi posti di lavoro, con una dimensione media di 74 dipendenti. Accanto al record di 1.440 cessazioni si registra anche il massimo storico delle acquisizioni, 116, segno della maturazione del mercato.
Le voci degli esperti: investire sull’innovazione per il futuro dell’Italia
Nel presentare i risultati, Federico Chiarini, Presidente dei Giovani Imprenditori di Assolombarda, ha sottolineato: «La filiera dell’innovazione è oggi uno dei motori più solidi della crescita italiana: non soltanto per la capacità di generare nuove idee, ma perché produce lavoro qualificato, nuove competenze e valore per tutto il sistema produttivo. I dati dimostrano che startup, PMI innovative, incubatori, acceleratori e parchi scientifici sono protagonisti di una trasformazione profonda, che investe l’economia e la società. Ma perché questo potenziale diventi pienamente reale serve un cambio di paradigma: l’Italia è un Paese ricco di risparmio, eppure troppo poco di quel capitale viene destinato all’economia reale. Dobbiamo avere il coraggio di orientarlo verso l’innovazione, perché è lì che si costruisce la crescita del futuro. Accanto agli investimenti servono regole stabili, chiare e di lungo periodo: solo così potremo dare fiducia a chi intraprende, e garantire continuità a politiche come lo Scale-up Act. L’innovazione non è una nicchia, ma un pilastro della stabilità del Paese».
Chiara Petrioli, Presidente di InnovUp e CEO della scale-up WSense, ha evidenziato: «Questi dati testimoniano il salto di qualità che la filiera italiana dell’innovazione ha compiuto negli ultimi anni: la crescita degli investimenti, l’ampliamento delle risorse mobilitate e l’impatto sulle persone abilitate dimostrano che il settore è sempre più maturo e ha un ruolo trainante per l’occupazione e la competitività del Paese. Ora la sfida è capitalizzare su questi risultati, continuando a sostenere politiche di investimento, strumenti di supporto e collaborazione tra pubblico e privato, affinché si possa generare ancora più valore diffuso sul territorio e opportunità concrete per il mercato del lavoro».
Sul fronte europeo, Maria Anghileri, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, ha lanciato un monito: «L’Europa rischia seriamente di essere schiacciata da Stati Uniti e Cina nella battaglia globale sull’innovazione. Stiamo perdendo terreno e non possiamo permetterci di restare spettatori. Per questo dobbiamo spingere con decisione su uno Youth Deal italiano: un pacchetto di misure che includa incentivi fiscali, semplificazioni, prestiti agevolati, sovvenzioni dirette ed equity, per liberare il potenziale delle nuove generazioni e delle nostre imprese innovative. Sul fronte europeo, il nostro Youth Deal è coerente con la nuova EU Startup and Scaleup Strategy. Tra le misure più attese c’è il cosiddetto 28° Regime, che deve diventare realtà: serve l’impegno concreto di tutti i governi nazionali. L’urgenza è evidente: semplificare la burocrazia, in Italia e in Europa, è una condizione imprescindibile per competere davvero a livello globale».
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