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Morti sul lavoro in Lombardia: 128 vittime in dieci mesi

La regione resta in zona bianca, ma continua a guidare la classifica nazionale per numero di decessi

La Lombardia conferma un quadro complesso sul fronte della sicurezza. Nei primi dieci mesi del 2025 si contano 128 morti sul lavoro, un numero che rimane il più alto in Italia. Allo stesso tempo, però, l’incidenza delle vittime rispetto agli occupati resta più bassa della media nazionale. È questo il motivo per cui la regione continua a essere collocata in zona bianca, la fascia con il rischio relativo più contenuto.

L’unica eccezione è la provincia di Cremona, che registra valori molto più alti della media e rientra in zona rossa. Brescia e Lecco si posizionano in zona arancione, mentre la provincia di Milano, pur avendo il numero più alto in termini assoluti, resta in zona bianca.

Il commento dell’Osservatorio Vega

L’ingegner Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, riassume così la situazione: «Anche dopo i primi dieci mesi del 2025 la Lombardia rimane in zona bianca ovvero quella che raccoglie le regioni con l’incidenza di mortalità più bassa del Paese. Purtroppo, però, i decessi continuano a essere numerosi. Sono, infatti, 128 quelli registrati da gennaio a ottobre 2025, un dato che pone la Lombardia in cima alla graduatoria nazionale. Tuttavia, rispetto allo scorso anno, in Lombardia si registra, anche a fine ottobre, un significativo decremento delle morti sul lavoro, pari al 17,4% rispetto al 2024, vale a dire 27 infortuni mortali in meno».

Il dato più rilevante, quindi, è la diminuzione dei decessi rispetto al 2024. Un calo che conferma una tendenza positiva, anche se non sufficiente a ridimensionare la gravità del fenomeno.

La situazione sul territorio: dove il rischio è più alto

Per capire come si distribuisce il rischio in Lombardia, l’Osservatorio Vega analizza l’incidenza dei decessi per ogni milione di occupati. È un indicatore che permette di comparare territori con numerosità diverse.

La regione, nel complesso, registra 19 morti per milione di occupati, un valore inferiore alla media nazionale di 27,5. Il quadro però cambia se si osservano le singole province.

Cremona si conferma la realtà più fragile, con un indice di 63,6. Brescia e Lecco superano la media e rientrano in zona arancione. Mantova e Bergamo si collocano in zona gialla. Tutte le altre province – tra cui Milano, Monza Brianza, Como e Varese – rimangono in zona bianca, con valori più contenuti.

Il totale delle vittime: numeri ancora alti, ma in calo

Tra gennaio e ottobre 2025 la regione ha registrato:

  • 128 morti totali, contro i 155 dello scorso anno

  • 86 morti in occasione di lavoro, 26 in meno rispetto al 2024

  • 42 morti in itinere, una vittima in meno rispetto al 2024

Il calo è significativo e riguarda soprattutto gli incidenti avvenuti durante l’attività lavorativa. Nonostante ciò, la Lombardia rimane la regione con il numero più alto di vittime in assoluto.

Milano concentra più casi: decessi, infortuni e segnalazioni

La provincia di Milano è quella con il maggior numero di decessi (36). Seguono Brescia, Bergamo e Cremona. Milano guida anche la classifica delle morti in occasione di lavoro, con 23 casi.

È inoltre la provincia che registra il numero più alto di denunce di infortunio, oltre 30.500, un dato che riflette la densità di aziende e lavoratori concentrati nell’area metropolitana.

Un lieve aumento delle denunce di infortunio

Le segnalazioni totali di infortunio passano da 91.414 a 91.719. L’aumento è minimo, ma conferma una sostanziale stabilità del fenomeno. I casi che avvengono in occasione di lavoro restano la parte più consistente.

Chi si infortuna di più: donne, uomini e lavoratori stranieri

Le denunce delle donne sono 33.085. Quelle degli uomini 58.634.

Tra le vittime, le donne decedute sono 16, un dato che rappresenta oltre il 20% del totale femminile registrato in tutta Italia nello stesso periodo.

Molto significativa anche la componente straniera: le denunce sono 24.292, quasi una su quattro. Le vittime straniere sono 28, di cui 15 in occasione di lavoro.

I settori più colpiti

Il comparto manifatturiero continua a essere quello più esposto. Con oltre 12.800 infortuni, guida la classifica dei settori a maggior rischio. Seguono trasporti, commercio, edilizia e sanità.

Si confermano quindi categorie dove l’attività fisica, la movimentazione di materiali e la presenza in ambienti complessi rendono la sicurezza una sfida quotidiana.

Come viene calcolato il rischio

L’incidenza degli infortuni mortali misura quante vittime si registrano ogni milione di occupati. È un indice che permette di valutare il rischio reale di un territorio, indipendentemente dalla sua popolazione.

La classificazione a colori dell’Osservatorio

Per rendere la lettura più immediata, l’Osservatorio Vega divide le regioni e le province in quattro fasce:

  • Bianco – rischio molto basso

  • Giallo – rischio sotto la media

  • Arancione – rischio sopra la media

  • Rosso – rischio molto elevato

La Lombardia è in zona bianca, ma con situazioni molto diverse al suo interno. È un segnale di miglioramento, ma anche di quanto resti ancora da fare per ridurre in modo stabile il numero delle vittime.


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