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Al via la “Staffetta dei Costruttori di Pace” Rotary per Milano Cortina 2026

Questo progetto dedicato alle nuove generazioni rappresenta il cuore dell’impegno rotariano in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026

Mercoledì 15 ottobre 2025 presso la Fondazione Clerici di Milano ha preso avvio la ‘Staffetta dei Costruttori di Pace’, un progetto del Rotary rivolto agli studenti per promuovere la pace, l’inclusione e la prevenzione dei conflitti.

L’incontro, egregiamente moderato dall’Ing. Cesare Sacerdoti, già Presidente del Rotary Club Milano Arco della Pace e Presidente Commissione Distrettuale Giochi Olimpici Milano Cortina 2026, e introdotto dai saluti della Dott.ssa Antonietta Mazza, Preside Istituto Casati presso Fondazione Clerici e della Dott.ssa Roberta Polli, Responsabile di sede, che ha portato i saluti del Dott. Paolo Cesana, Direttore Generale Fondazione Clerici, e della Dott.ssa Elisabetta Termini, rappresentante della Regione Lombardia, ha visto la partecipazione del Dott. Riccardo Di Bari, Governatore distretto 2041 RI, del Dr. Andrea Melacini, già Presidente del Rotary Milano International Net e Presidente Commissione del Club Giochi Olimpici Milano Cortina 2026 e di atleti che hanno fatto la storia dei Giochi Olimpici, come Carola Francesca Mangiarotti, Claudia Giordani e Vénuste Niyongabo.

Questo bellissimo progetto dedicato alle nuove generazioni rappresenta il cuore dell’impegno rotariano in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026 e si propone di creare tra i ragazzi delle scuole superiori una coscienza di pace e inclusione proattiva e positiva, di educare alla risoluzione dei conflitti e di consolidare la sinergia tra scuola, sport e cittadinanza attiva.

Il cuore del progetto è un percorso formativo certificato, ideato da NewGen Peacebuilders, attraverso il quale, con il supporto attivo e la condivisione dei Club Rotary, gli studenti seguiranno un programma interattivo composto da lezioni, filmati e testimonianze disponibili online e dal vivo. Al termine del percorso, i partecipanti riceveranno il Certificato di Peacebuilder diventando a tutti gli effetti ‘Costruttori di Pace’. Inoltre, ogni scuola coinvolta avrà il compito di scrivere un ‘Manifesto della Pace’ da condividere pubblicamente durante l’ultima tappa del progetto.

Il testimone, una fiaccola stilizzata in legno, passerà di mano in mano tra le scuole coinvolte nel percorso che si snoderà in sette tappe lungo una ‘strada ideale’ che unisce Milano a Bormio.

‘Auspico –  ha confessato l’Ing. Sacerdoti ai ragazzi che affollavano la sala –  che un giorno il certificato di Costruttori di Pace venga riconosciuto anche nel curriculum formativo di ognuno di voi e che venga considerato un valore aggiunto nelle aziende, in modo da migliorare il clima al loro interno, evitando situazioni di odio e conflitti, a favore di pace e armonia e per questo sto lavorando attivamente’.

Come sottolineato dal Dott. Di Bari, il Rotary, che ha fatto da prezioso collante per questo progetto tra Regione Lombardia e la Fondazione Milano Cortina, è un’Organizzazione internazionale di volontariato, fondata nel 1905, che riunisce professionisti e leader impegnati a servire la comunità e promuovere la pace. Conta oltre 1,4 milioni di soci nel mondo, distribuiti in più di 46.000 club. Le sue aree d’azione includono istruzione, salute, acqua potabile, sviluppo economico e risoluzione dei conflitti.

La sala gremita ha ascoltato con grande interesse l’intervento dalla campionessa Carola Francesca Mangiarotti, Vice Presidente Coni Lombardia, che ha lodato l’iniziativa rotariana che vede protagonisti le giovani generazioni e valori importantissimi come la pace, la solidarietà e l’inclusione.

La Mangiarotti, che ha portato i saluti del Presidente Coni Lombardia, Marco Riva, ha invitato più volte i ragazzi a coltivare un sogno, ad avere un obiettivo nella vita e a perseguirlo con determinazione, costanza e talora dolore e fatica e con emozione ha ricordato il percorso che l’ha portata alla sua medaglia olimpica nel fioretto individuale.

‘Lo sport è importantissimo nella vita di tutti noi, senza limiti di età – ha proseguito l’atleta – e queste Olimpiadi sono un’occasione imperdibile, un modo per sentirsi uniti, per respirare quella bella atmosfera di fratellanza e unione che si vive nei villaggi olimpici’.

Le ha fatto eco Claudia Giordani, già Vice Presidente Coni Nazionale e delegata del Coni Lombardia, slalomista, medaglia olimpica e autorevole esponente della “Valanga rosa” degli anni Settanta. ‘Queste Olimpiadi sono un regalo per tutti noi, per la nostra città di Milano che ospiterà le competizioni sul ghiaccio e per le Alpi dove si svolgeranno gli altri giochi invernali’.

Nel corso del suo intervento, la Giordani ha ricordato come in quegli anni per le donne fosse molto difficile coronare il sogno olimpico e come non ci fosse parità tra uomini e donne nemmeno in merito alle medaglie in palio, parità raggiunta solo di recente.

Con commozione ha ricordato il profondo legame di amicizia e rispetto che univa (e unisce tutt’oggi) lei e le sue compagne, condividendo fatica e obiettivi ma anche la gioia e i successi.

L’importanza dei valori olimpici da trasmettere ai giovani, come l’amicizia e il rispetto, viene ribadita anche da Vénuste Niyongabo, mezzofondista del Burundi, che durante i Giochi Olimpici di Atlanta del 1996 ha vinto la medaglia d’oro nei cinquemila metri piani, il primo oro olimpico, e finora l’unico, per il suo Paese, che Vénuste aveva lasciato qualche anno prima per trasferirsi in Italia ad allenarsi come atleta professionista.

‘Questa medaglia mi ha lasciato un segno profondo’ –  ha affermato Vénuste, sottolineando come la medaglia olimpica non debba essere solo un trofeo ma debba anche lanciare un messaggio importante a tutta la comunità, così come gli atleti hanno la responsabilità di essere modelli positivi nello sport ma anche e soprattutto nella vita di ogni giorno.  ‘Mi sento molto orgoglioso di aver vinto la medaglia per il mio Paese in un momento storico e politico molto difficile per il mio territorio, e anche per questo è stata una medaglia di speranza e tutt’oggi ha una grande significato per il Paese’.

Vénuste Niyongabo, che vive e lavora da trent’anni in Italia, dal 2009 è membro attivo del club ‘Champions for Peace’ dell’organizzazione internazionale ‘Peace and Sport’ ed è portavoce dei Giochi dell’amicizia dei Grandi Laghi d’Africa.

Nel 2022 ha preso avvio la sua Fondazione di pubblica utilità, ‘Fondation Vénuste Niyongabo’ (FVN in acronimo). La FVN è un’organizzazione non governativa di diritto burundese. È un’opera di quattro persone con obiettivi comuni e determinate a lavorare insieme per la promozione di un’istruzione di qualità, buona salute per tutti e sviluppo umano integrale con particolare attenzione a persone vulnerabili.

La FVN, il cui motto è ‘Sempre insieme per fare il bene’, collabora con ‘Peace and Sport’, un’organizzazione neutrale e indipendente con sede a Monaco che promuove la costruzione di comunità pacifiche, inclusive ed eque attraverso il potere dello sport e i valori che esso trasmette.

Nel corso del suo coinvolgente intervento, dinanzi ad un’attenta platea, l’atleta ha infine ricordato le emozioni incredibili che si vivono durante i Giochi Olimpici e all’interno dei villaggi olimpici, in cui vige uguaglianza e rispetto e in cui tutto il mondo lì riunito parla un linguaggio universale, quello dello Sport.

Diletta Maria Cecilia Loragno


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