Fondazione AriSLA, principale ente non profit dedicato al finanziamento della ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica in Italia, ha stanziato 830mila euro per sostenere sei nuovi progetti selezionati con il Bando 2025.
Le iniziative coinvolgono gruppi di ricerca distribuiti in otto città e mirano ad approfondire aspetti cruciali della malattia, che in Italia colpisce circa seimila persone e compromette progressivamente parola, movimento e capacità respiratoria.
Le priorità del nuovo bando
Il bando era rivolto a ricercatori di università e istituti italiani pubblici e privati non profit, nelle aree di ricerca di base, preclinica e clinica osservazionale. La Fondazione sottolinea che l’obiettivo è sostenere studi con potenzialità di impatto concreto sui pazienti e favorire una maggiore integrazione tra ricerca sperimentale e attività clinica.
«I nuovi progetti rispondono alle priorità del nostro Piano strategico della ricerca», ha dichiarato la presidente di AriSLA, Lucia Monaco, spiegando che «puntiamo ad accrescere la conoscenza in ambiti cruciali della SLA, individuati anche a livello internazionale, nell’ottica di una ricerca più sinergica ed efficace». Monaco ha aggiunto che l’intento è «supportare ricerca di qualità, in grado di contribuire allo sviluppo di terapie che diano risposte concrete ai bisogni della comunità dei pazienti».
Con questo stanziamento, l’importo complessivo destinato da AriSLA alla ricerca raggiunge 17,8 milioni di euro. Il risultato è reso possibile dal sostegno dei quattro soci fondatori – AISLA, Fondazione Cariplo, Fondazione Telethon e Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus – e dal contributo di donatori e partner che negli anni hanno sostenuto l’ente.
La selezione e le aree di studio coinvolte
Secondo la Fondazione, il processo di valutazione è stato condotto da esperti internazionali e ha premiato il merito scientifico. «Le tematiche su cui si concentrano gli studi sono di grande rilevanza: biomarcatori, nuovi modelli sperimentali, meccanismi neurodegenerativi e terapie innovative per mutazioni genetiche che causano la malattia», ha spiegato la responsabile scientifica Anna Ambrosini. Ha aggiunto che i nuovi progetti «consentono di sostenere giovani ricercatori e di attrarre competenze da altri ambiti scientifici utili allo studio della SLA».
Dall’avvio delle attività, AriSLA ha sostenuto 115 progetti e 160 gruppi di ricerca, generando oltre 400 pubblicazioni scientifiche. Con l’ultimo bando si aggiungono sei ulteriori studi e cinque gruppi coinvolti per la prima volta.
I sei progetti finanziati
Gli undici gruppi di ricerca impegnati nei sei studi provengono da Bari, Brescia, Genova, Milano, Monza, Napoli, Roma e Torino. Tre di questi sono Full Grant pluriennali e multicentrici, basati su solidi dati preliminari; altri tre sono Pilot Grant annuali, destinati a esplorare nuove ipotesi sperimentali.
Due progetti puntano all’identificazione di nuovi biomarcatori. Il progetto “DORALS”, coordinato da Marta Fumagalli dell’Università degli Studi di Milano, valuterà se specifiche vescicole extracellulari prodotte dagli oligodendrociti possano rappresentare un indicatore precoce della malattia. Il consorzio coinvolge ricercatori di Genova, Milano e dell’Istituto di Neuroscienze del CNR.
Il progetto “FLAIR-ALS”, coordinato da Umberto Manera dell’Università di Torino, analizzerà il declino della funzione respiratoria nei pazienti con SLA attraverso tecniche innovative e strumenti basati su sistemi di intelligenza artificiale, con l’obiettivo di fornire previsioni personalizzate sull’evoluzione clinica.
Due studi pluriennali sono dedicati allo sviluppo di terapie mirate a mutazioni genetiche specifiche. “GenTher_TBK1”, coordinato da Valeria Gerbino del Santa Lucia IRCCS di Roma, cercherà di ripristinare il funzionamento del gene TBK1, coinvolto nella regolazione dell’infiammazione e nella rimozione delle proteine danneggiate. Il progetto “PRESTIGIOUS”, coordinato da Ernesto Picardi dell’Università di Bari, riguarda invece mutazioni del gene TARDBP e prevede la sperimentazione di un approccio basato sulla correzione sito-specifica dell’RNA. Collaborano gruppi di Brescia e Milano.
Un altro Full Grant, “CreTDP-43”, guidato da Gian Giacomo Consalez dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, prevede la validazione di un nuovo modello murino portatore della mutazione A382T del gene TARDBP, utile a riprodurre caratteristiche genetiche e patologiche della malattia.
Infine, lo studio pilota “Pfn1-ALS”, coordinato da Alfonso De Simone dell’Università di Napoli Federico II, si concentrerà sul comportamento della proteina Profilina-1, associata alla formazione di aggregati tossici nei neuroni e implicata in alcune forme ereditarie e sporadiche di SLA.
Un impegno continuativo sul territorio nazionale
Grazie al nuovo finanziamento, AriSLA amplia il numero di progetti sostenuti e rafforza la rete di ricerca diffusa sul territorio, con attività che spaziano dall’indagine di meccanismi molecolari alla sperimentazione di tecniche diagnostiche e terapeutiche.
La Fondazione evidenzia che il risultato ottenuto è frutto di un impegno pluriennale orientato alla qualità scientifica e alla collaborazione tra istituzioni, con l’obiettivo di accelerare l’avanzamento della conoscenza e favorire ricadute concrete per i pazienti.
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